Chiara Tilesi, una voce oltreoceano

Al Premio Stenterello, film festival della Commedia d’autore in quel di Palazzo Vecchio a Firenze capace di raccogliere le straordinarie testimonianze di tutte le fasi salienti della storia e dell’arte fiorentina, abbiamo intervistato Chiara Tilesi che, gentilmente, ha risposto alle domande per ilNewyorkese sull’intensa professione che principalmente svolge in America.

Composta e solare, domanda cortesemente d’attendere qualche minuto nel mentre saluta gli amici di vecchia data, con lei accanto l’amatissima madre.

Un modo per ammirare le varie vestigia romane assieme alle opere degli artisti del XV e XVI secolo, rimanendo incantati dalla Giuditta di Donatello nonché degli affreschi del Vasari celebranti le vittorie dei Medici, ed ancora lo splendido soffitto a cassettoni coi numerosi pannelli che raccontano pezzi di vita di storia toscana col regno di Cosimo I nel sottile gioco di potere e celebrazione. 

Eccoci, gentilissima signora, l’hanno presentata in questo spettacolare salone del ‘500 grazie ad un curriculum di tutto rispetto; non solamente regista, bensì anche filmaker e produttrice. Giusto? Aggiungeremmo anche attivista.

Esatto, principalmente a Los Angeles dove risiedo da tantissimi anni trovandomi molto, molto bene. Tuttavia, amo precisare che sono fiorentina di nascita e che è sempre un gran piacere ritornare nella mia ‘culla’. Approfitto per dire che nel 2015 ho fondato la mia casa di produzione in America – dieci anni per l’appunto – We do it together dove uomini e donne sono uniti per l’Empowerment femminile. Ed amo precisare che ritorno spesso in Italia facendo dei bei lavori e che il mio cuore ‘batte’ per questa splendida culla dantesca.

Quali sono le tematiche principali di cui si occupa?

Parità di genere, cinema ed arte.

Ed anche sociale come abbiamo capito mentre la riprendevano durante Stenterello.

Si, anche per We do together dove persone d’ogni sesso sono estremamente unite producendo maggiormente film di donne per donne. Due anni fa abbiamo ricevuto una nomination all’Oscar per il nostro film Tell it like a Woman con Eva Longoria, Maria Sole Tognazzi e Margherita Buy per l’Italia e molte altre ancora.

Esistono differenze tra cinema italiano ed americano?

Sono due sistemi diversi, chiaramente esistono differenze anche se entrambe unite dalla stessa missione. Nel nostro board abbiamo molte attrici italiane ed americane nonché altre provenienti da ogni parte del mondo con obbiettivo del cambiamento culturale.

Entrando nel mondo femminile, nella parità di genere regna ancora molto sessismo, maschilismo?

Non secondo me bensì secondo i dati delle Nazioni Unite dove l’ultimo rapporto dello scorso novembre sulla violenza nei confronti delle donne, racconta purtroppo che i dati sono triplicati sia a livello fisico che sessuale. Si parla pertanto di oltre 700 milioni di donne vittime nell’arco di un anno. Una su tre…un ogni 10 minuti! E così anche la disparità di genere. In conclusione, per raggiungere tali parità ci vorranno 300 anni e quindi 13 generazioni.

Il cinema come contribuisce?

Creando cultura e modelli. Per intervenire nel cambiamento culturale è basilare raccontare storie di non oggettificazione della donna, bensì di donne soggetto.

Non è passato molto tempo dalla morte di Giorgio Armani dettando veri e propri stili e stilemi.

Indubbiamente è stato un grande stilista italiano. La cosa che amavo molto in lui era la sua affermazione: La donna più che vestire bene ed essere bella, deve essere soprattutto intelligente.

I suoi prossimi impegni?

È appena uscito il mio libro Ciro di cui trarremo un film e nei prossimi mesi annunceremo altro ancora. “

Salutandomi elegantissima nel consueto splendido sorriso che le conferisce quello squisito stato d’allure, intuiamo quel forte alone di grinta e determinazione rendendo Chiara Tilesi regista, filmaker, produttrice, sceneggiatrice ed attivista.  

Armani docet.

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