Un ricco parterre di esperti, appassionati e amanti dell’ arte, dello stile e della ricercatezza tutti italiani si sono dati appuntamento nei preziosi saloni del Circolo dell’Unione di Napoli, per la presentazione di ‘Vivere a Firenze’ di Livia Frescobaldi. Insieme all’autrice, sono intervenuti: Giuliano Buccino Grimaldi, Presidente del Circolo dell’Unione, Francesca Amirante, dell’Associazione Progetto Museo e Giuseppe Ascione del Museo e degli Archivi di Casa Ascione.
‘Vivere a Firenze’ é un racconto intimo del capoluogo fiorentino e ha aggiunto l’autrice, ‘ Ho tenuto per ultima, la presentazione a Napoli come la ciliegina sulla torta, dopo esser stata in giro per l’Italia proprio perché volevo concludere questo percorso fermandomi qualche giorno a respirare l’aria del mare, girare per i vicoli del quartiere Sanità che non conoscevo, bermi il vero caffè con gli amici napoletani e coccolarmi mangiando mozzarelle di bufala, polpette al sugo e sfogliatelle con la ricotta!
Com’è nata l’idea del libro ‘Vivere a Firenze’?
Ho scritto con il cuore questo volume, attingendo ai miei ricordi e alla mia formazione professionale dedicata alla tutela e promozione del patrimonio culturale, per cui è il mio modo di rendere un tributo agli artigiani, i cui gesti e voci ho impressi nella memoria sin da bambina, e che sono protagonisti, al pari dei padroni di casa, di un mondo ancora oggi espressione di bellezza e di valori. Firenze è una città famosa in tutto il mondo, sinonimo di bellezza sin dal Rinascimento, meta scelta da oltre 10 milioni di turisti l’anno, che accorrono per vedere da vicino capolavori universalmente riconosciuti come il David di Michelangelo, la Primavera del Botticelli o la Cupola del Brunelleschi. Da qualche anno si è diffusa anche la moda di fare l’aperitivo al tramonto sul ponte Santa Trinità, e decine di persone lo riempiono per quella occasione. L’immagine da cartolina è dunque ampiamente consolidata. Da fiorentina, innamorata della sua città, ho provato a raccontare invece cosa c’è dietro a questa vetrina meravigliosa, scegliendo di farlo tramite alcuni luoghi per me speciali, perché intimamente legati alla mia vita. Un binomio tra case e botteghe che permette di scoprire personalità e storie diverse intrecciate tra loro, parte dell’identità culturale della mia città. Il cammino si fa via via attraverso gli eventi connessi alla mia esperienza personale, offrendo un panorama personale e riservato, di cui l’autenticità è il filo conduttore. Il lettore è accompagnato a scoprire quella che potremmo definire una “topografia sentimentale”, riprendendo un termine tratto dalla prefazione del libro di Vernon Lee, Genus Loci.
Cosa rappresenta per lei questo libro ?
Questo volume che é tradotto anche in lingua inglese, nasce proprio dall’osservazione, dalle sensazioni, percezioni, emozioni, che mi hanno trasmesso i luoghi e le persone che racconto, così come affermano anche autori che ammiro, come Natalia Guinzburg che parla di memoria emotiva nel suo romanzo, La città e la casa, ed Emanuele Coccia che scrive che è nella casa che “la memoria esiste”, così con questo volume mi è stata data l’opportunità di condividere con gli altri una Firenze a me molto intima che ho scelto di svelare, non per parlare di me, ma con la speranza di dare un’immagine della città più autentica, attraverso i valori e il carattere che ciascuna casa e bottega portano avanti, e questo non perché si guardi al passato con nostalgia, al contrario per dimostrare in modo tangibile come il nostro patrimonio sia fonte d’ispirazione e di stimolo per il rinnovamento della nostra società, senza abbandonare la propria identità culturale, costruita nel tempo con fatica, sacrifici, visione e impegno da chi ci ha preceduto e riflettere su quanto suscita in me sincera gratitudine e consapevolezza di provare a contribuire, per quello che riesco, nel momento in cui vivo. Quello che è successo a me, dopo aver ricevuto la proposta da parte di Marsilio di pensare a un libro illustrato con le case più belle di Firenze, è stato di riflettere sulle emozioni che alcune case e luoghi avevano suscitato in me nel corso della mia vita piuttosto che buttare giù un elenco analitico e dettagliato. Così è stato un bellissimo viaggio emotivo, un po’ come rimettere insieme delle fotografie in un album di famiglia. Con la mente, ho fatto un percorso a ritroso fino a quando ero bambina e da lí, poi sono partita fino a giungere ai giorni nostri. Ho abbinato a ciascuna casa una bottega, attraverso un dettaglio dell’arredamento collegato all’attività specifica svolta dall’artigiano e restauratore perché è proprio nei dettagli che la nostra vita assume qualità. E “non ci deve essere un’arte staccata dalla vita: cose belle da guardare e cose brutte da usare” come affermava Bruno Munari e per me ‘Vivere a Firenze’ vuol dire questo: avere cura dei dettagli. Sono certa che molti lettori anche di altre città italiane si ritroveranno in questi racconti. Io parlo di Firenze perché è questa che conosco, ma l’Italia è piena di esempi simili. Perché nel volume si racconta la vita che c’è dentro le case, i palazzi e le botteghe artigiane toccando argomenti che inevitabilmente ruotano attorno a tematiche comuni a molte altre città italiane ed europee, direi, quali: l’eredità culturale, riuscire a conciliare il passato con il presente, come affrontare il passaggio generazionale, e mantenere i valori sui quali si fonda la nostra identità, senza rimanere schiacciati dalla tradizione e dalla storia del passato. Persino nella Costituzione italiana, nel 1947, i padri fondatori vollero includere un articolo specifico in difesa dei mestieri d’arte, consapevoli dell’importanza che essi rivestono nella società e nella nostra cultura: “la legge provvede alla tutela e allo sviluppo dell’artigianato”. Con le inquadrature raffinate, intense e intime dei fotografi Alessandro e Eugenia, penso che anche un pubblico di cultori dell’estetica, possa essere attratto dal volume. Spero sia anche una guida utile a coloro che ricercano prodotti artigianali, grazie all’indirizzario delle botteghe inserito alla fine. Così come chi ama gli aneddoti e le storie potrà visualizzarli attraverso le immagini nei luoghi dove si sono svolti.
In conclusione, il suo libro ‘ Vivere a Firenze’ a chi é dedicato?
Ai miei figli, Andrea e Tommaso, perché non diventino come John Ruskin descriveva i fiorentini nella metà dell’Ottocento “indegni custodi di tesori inapprezzati” incoraggiandoli e stimolandoli a guardare con occhi sempre curiosi ciò che li circonda senza mai dare per scontata la bellezza.
Cosa si potrebbe fare per aiutare i giovani ad appassionarsi al bello del nostro Paese?
Da genitore ho sempre pensato che il miglior modo di trasmettere qualcosa ai miei figli, come ad esempio, la passione per la letteratura fosse che vedessero intorno a loro persone leggere, oppure la passione per il cibo, fosse avere una cucina sempre piena di ingredienti e pentole sul fuoco. Poi ognuno di loro sceglierà la propria passione e spesso sono anche più bravi dei genitori, pensiamo alla generazione attuale quanto è più sensibile alle tematiche sul cambiamento climatico, la sostenibilità, l’inquinamento, le pari opportunità, solo per citarne alcune. Per questo, sono ottimista che il bello e la qualità, che non sono legate al lusso, saranno sempre dei valori ai quali le generazioni future si ispireranno.
L’articolo Arte, cultura e tanta bellezza nel libro di Livia Frescobaldi presentato a Napoli proviene da IlNewyorkese.





