Boeing ha raggiunto un nuovo accordo con il Dipartimento di Giustizia statunitense che le consentirà di evitare un processo penale per i due gravi incidenti che coinvolsero i suoi aerei 737 Max tra il 2018 e il 2019, provocando la morte di 346 persone. L’intesa prevede che l’azienda ammetta di aver ostacolato la supervisione federale da parte della FAA, l’ente che regola l’aviazione civile negli Stati Uniti, senza però dover presentare una formale dichiarazione di colpevolezza in tribunale.
Il nuovo accordo è stato fortemente criticato dai familiari delle vittime, che lo considerano una forma di impunità per quello che viene descritto da molti come uno dei crimini aziendali più gravi nella storia americana. Paul Cassell, avvocato che rappresenta alcune delle famiglie, ha definito l’intesa «senza precedenti e palesemente sbagliata». Ha poi annunciato che i suoi assistiti presenteranno ricorso, chiedendo al giudice di respingerla.
Il testo dell’accordo prevede il pagamento di una multa da 487 milioni di dollari, un investimento di circa 455 milioni in programmi per la qualità e la sicurezza, e un fondo di risarcimento da 445 milioni destinato ai familiari delle vittime. Una parte della sanzione pecuniaria – circa la metà – verrà compensata con una precedente multa già pagata da Boeing. L’azienda si impegna inoltre a nominare un consulente esterno che monitorerà il rispetto delle condizioni stabilite.
La vicenda ha origine da due incidenti aerei avvenuti a pochi mesi di distanza: il primo nel novembre 2018 in Indonesia, il secondo nel marzo 2019 in Etiopia. Entrambi coinvolsero un Boeing 737 Max, modello che era stato appena introdotto sul mercato e che presentava un sistema automatico di correzione dell’assetto – chiamato MCAS – difettoso e poco documentato nei manuali di volo. Le inchieste successive accertarono che Boeing era consapevole dei rischi del sistema ma aveva minimizzato le criticità per evitare ritardi nelle certificazioni.
Il primo accordo tra Boeing e il Dipartimento di Giustizia risale al gennaio 2021, nei giorni finali dell’amministrazione Trump. Lì si stabiliva che l’azienda avrebbe evitato procedimenti penali in cambio di alcuni impegni di collaborazione e trasparenza. Ma un nuovo processo era stato riaperto durante l’amministrazione Biden, con l’intenzione di far riconoscere all’azienda la responsabilità penale per cospirazione contro la FAA. A dicembre scorso, il giudice incaricato del caso aveva chiesto una revisione del patteggiamento, criticando soprattutto il meccanismo con cui era stato scelto il supervisore indipendente.
Il Dipartimento di Giustizia ha dichiarato che, pur comprendendo la rabbia delle famiglie, la nuova intesa rappresenta la soluzione «più giusta con benefici pratici». Nella nota ufficiale si legge: «Nulla potrà colmare le perdite delle vittime, ma questa risoluzione rende Boeing finanziariamente responsabile, offre una conclusione e un risarcimento per le famiglie e ha un impatto sulla sicurezza dei viaggiatori futuri».
Secondo i dati ufficiali, Boeing ha già risolto oltre il 90% delle cause civili legate ai due incidenti, versando miliardi di dollari a familiari e avvocati. Questo nuovo accordo, comunque, non chiude del tutto la vicenda: dovrà infatti essere approvato dal giudice federale incaricato. Nel frattempo, due senatori democratici – Elizabeth Warren e Richard Blumenthal – hanno chiesto pubblicamente al Dipartimento di Giustizia di non firmare un’intesa che, a loro giudizio, eviterebbe alle alte sfere aziendali di assumersi le proprie responsabilità.
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